L'UCCELLO DI FUOCO

  • centododici repliche
  • Stagioni Teatrali 1994 / 1995, 1995 / 1996. Lo spettacolo ha avuto più riprese in 2 stagioni differenti
  • Coreografo, Co-Autore, Danzatore e Attore (nel ruolo dell’Uccello di Fuoco e ruoli secondari): Fabrizio Manachini
  • Musica Igor Stravinsky e AA. VV.
  • Personaggi: Kaschej (il mago immortale), Ivan (il principe), L’uccello di fuoco (il “doppio” di Ivan), Vassilissa (la principessa), Le Ancelle della principessa, Le Guardie di Kaschej, Carlina (la nutrice di Ivan)
  • Produzione Teatro Litta, Milano

 


Trama
La trama prende spunto dal balletto e dalle molte leggende che trattano questo tipo di soggetto. Sinteticamente: il giorno delle nozze fra la Principessa Vassilissa ed il Principe Ivan, la Principessa viene rapita da Kaschej. Il Principe parte immediatamente alla ricerca della sua amata, accompagnato dalla sua affezionata nutrice Carlina. Per una stana coincidenza arrivano al palazzo di Kaschej, che scambiano per uno hotel. Distrutto dalla stanchezza e dal dolore il Principe Ivan sta per lasciarsi andare alla rassegnazione quando gli appare l’Uccello di Fuoco. A differenza della storia originale non si tratta di una creatura magica che lo aiuta nella sua ricerca, ma della sua parte interiore, totalmente positiva, che lo spinge a non lasciarsi andare: il suo doppio. Attraverso prove durissime ed inganni, grazie all’Uccello di Fuoco, Ivan sconfigge le guardie di Kaschej con le loro stesse armi. Coreograficamente il personaggio dell’Uccello di Fuoco “appare” dal corpo di Ivan e vi “rientra” quando ha esaurito la funzione per la quale è apparso. Ivan ritrova così Vassilissa, sconfigge Kaschej, e la libera dalla prigionia. Il tema della prigionia, delle sbarre, dell’essere trattenuti con la forza appare spesso in coreografia con incroci e linee rette che simulano, i primi, gli incantesimi, le seconde, la prigionia.(lo spettacolo ha una seconda versione per il teatro ragazzi).

Approfondimenti
Filologia degli inserimenti musicali e delle scelte tecniche di composizione coreografica. Di seguito una spiegazione sintetica, ma dettagliata, dei criteri di “composizione” della colonna sonora de “L’uccello di fuoco” si tratta di una ricerca musicale legata sia alla storia della musica e della danza, sia all’emotività dei personaggi. Tali brani non devono però essere legati ad altre situazioni o, se lo sono, lo sono solo in forma molto labile. Data l’universalità della vicenda, l’arco temporale all’interno del quale vengono scelti i brani musicali è molto vasto, anche perché ogni brano musicale deve aderire alla scena, al personaggio al quale si riferisce, all’azione da compiere ed al testo cantato che verrà sovrapposto o al brano originale o ad una “riscrittura” in forma contemporanea dello stesso.

"La danza é il disegno della musica" secondo molti coreografi del nostro secolo e la musica é per questo spettacolo di fondamentale importanza. Partendo da questo concetto la musica ne "L'Uccello di Fuoco" ha determinato totalmente il disegno coreografico. Musica come emozione, come vita, movimento, spazio. I personaggi stessi sono la musica o ascoltano la musica, la propria o di altri personaggi. La storia si snoda intorno al 1910, periodo storico durante il quale l’uomo, in una sorta di delirio di onnipotenza, aveva la convinzione di dominare la natura con la tecnica (es. in architettura i grattacieli americani di fine secolo in ferro e vetro o la Tour Eiffel dell'esposizione internazionale di Parigi del 1889). Virginia Woolf nel dicembre 1910 scriveva: “Il carattere umano è mutato”. Lei come altri artisti che sono stati citati nelle parti che seguono, hanno costituito l'anticipazione del fermento mentale, sociale ed artistico di una società che ha poi dato vita a quegli avvenimenti meravigliosi o catastrofici che costituiscono la storia del ‘900. In questo clima di fermento si muovono i personaggi de "L'uccello di fuoco", ognuno dei quali è rappresentato da un musicista diverso ed in modo specifico da uno o più brani scritti intorno a questo periodo storico

Uno dei temi coreografici di maggior rilievo è la dimensione tempo (Kaschej è immortale, i valori del tempo sono quindi tutti modificati). Durante lo spettacolo il tempo è rappresentato più volte da tutti i personaggi con movimenti ispirati agli orologi a pendolo: tempo come vita che scorre da un punto-inizio ad un punto-fine. Tutti i personaggi si trovano tra questi due punti, il secondo dei quali potrebbe essere vicinissimo se compissero la scelta sbagliata, tranne per K. al quale appartiene il tempo nella sua totalità con la sola limitazione di un punto-inizio. Gli schemi che seguono riassumono tutti questi concetti con particolare attenzione alla danza ed alla musica.

Kaschej, l’Immortale: il suo autore è Mozart, i brani sono: concerto per flauto ed arpa K299 e dal "Requiem" K626 il brano “Lacrimosa". Il concerto K299 fu scritto da Mozart per un nobile flautista, suo amico, che aveva una figlia arpista. In questo concerto é presente quindi un rapporto tra uomo e donna, padre e figlia (flauto ed arpa) che Kaschej non potrà mai avere data la sua natura. Nella partitura del concerto ascoltiamo più volte l'orchestra che nel caso specifico rappresenta il mondo esterno e tutto ciò che non appartiene a Kaschej. Importante è notare la presenza di due strumenti solisti essendo il desiderio d'amore di K. molto forte. Il brano tratto dal "Requiem" rappresenta una sorta di preghiera alla donna che ama, in questo punto dello spettacolo Vassilissa danza sola con il suo dolore ascoltando la musica di Kaschej che proviene dal "palazzo". Kaschej e Mozart due personaggi immortali entrambi con una doppia personalità: il primo con la sua condizione di non umanità innamorato dell'amore mortale, il secondo descritto dagli storici come musicista immortale e geniale, ma incapace di relazionarsi con il mondo esterno in maniera “normale”.

Ivan, Il Principe: il suo musicista é Rachmaninov (1873-1943), concerto per piano n°2 op.18 del 1901. Rachmaninov scrive delle proprie opere "la musica nasce solo dal cuore e si rivolge al cuore...è la diretta espressione delle emozioni”. Come per Kaschej qui l'orchestra è il mondo esterno mentre Ivan è il piano, strumento solo perché è l'unico personaggio che fino a quel momento ha avuto a che fare solo con la propria interiorità. Nonostante questo egli riesce, con la sua giovanile irruenza, a sovrastare il mondo esterno altre volte invece soccombe senza ribellione. In un punto preciso della variazione (o assolo) di Ivan succede tutto questo, tanto che egli non percepisce nemmeno la presenza di Uccello di Fuoco che, di fatto, è un altro se stesso, musicalmente è molto chiaro il prevalere del piano sull'orchestra e viceversa. Ivan e Rachmaninov sono entrambi personaggi del presente, il 1910 in cui si snoda la vicenda, proiettati verso il futuro (Rachmaninov muore 33 anni dopo), anche se questo musicista ha conservato "l’emotività come centro del suo interesse artistico nonostante lo sfrenato sperimentalismo presente in tutti i campi artistici all'inizio del secolo”. All'inizio del secolo un grande ballerino russo, Vaslav Nijinsky (1890-1950), con le sue esibizioni in occidente portò il pubblico a conoscenza della danza maschile. Furono creati i primi veri ruoli per danzatori uomini; grazie a Nijinsky furono creati "Le spectre de la rose" del 1911 e "L'après-midi d'un faune" datato 1912. Per il principe Ivan sono state recuperate ed utilizzate, rielaborandole, alcune linee di figura caratteristiche del periodo anche grazie a fotografie d'epoca, testi dedicati ed il diario dello stesso Nijinsky. Sempre a livello coreografico troviamo il tema della contaminazione, rappresentato da suoni provocati da oggetti, mani e piedi battuti sul pavimento, contaminazione come una sorta di virus endemico provocata da Kaschej attraverso le guardie. L'estensione emotiva di Ivan è rappresentata dall'Uccello di Fuoco con il quale ha evidenti analogie.

L'Uccello di Fuoco, il "Doppio" di Ivan: il suo musicista è Igor Stravinsky (1882-1971) che scrisse "L'oiseau de feu" (Parigi 1910) su specifica richiesta di Sergej Diaghilev , impresario e coreografo russo, che creò i "Ballet Russes" di cui Nijinsky, soprannominato "le Dieu de la danse", fu stella assoluta. A differenza dell’originale, in questa versione il personaggio dell’Uccello di Fuoco non è più la creatura magica che toglie il Principe Ivan da situazioni pericolose, ma diventa la parte interiore positiva di Ivan stesso, quella parte che dentro di noi ci spinge ad andare a vanti anche quando abbiamo tutto contro. Sono stati scelti da quest'opera tre brani specifici, in cui la presenza dell'Uccello di Fuoco è dominante rispetto agli altri personaggi. Questo "personaggio" da il titolo allo spettacolo, è il presente che si proietta violentemente nel futuro, è "un altro se stesso" di Ivan, è la parte totalmente positiva, cristallina, "bianca". L'Uccello di Fuoco è in netto contrasto con le guardie, che sono la materializzazione della parte totalmente negativa di Kaschej. Il tema coreografico più importante è "la sovrapposizione" con Ivan: l'identità fra due entità apparentemente separate ed indipendenti, che finiscono inevitabilmente col fondersi in un unico punto di spazio, di tempo, di vita. All'inizio del secolo molti coreografi, che oggi fanno parte della storia della danza, crearono delle nuove linee di figura direttamente ispirate a statue o dipinti, egiziani, greci o comunque opere d'arte classiche, parte di quelle linee sono state attualizzate e/o citate all’interno delle coreografie di questo spettacolo. Un importante personaggio del ‘900 fu Martha Graham che allora si esibiva giovanissima per la compagnia "Denishawn”. Questa danzatrice, e successivamente coreografa creatrice della tecnica Graham, iniziò la sua sperimentazione proprio intorno agli anni che seguono lo spazio temporale dello spettacolo. La Graham nella sua autobiografia scrive: "...semplicemente per esistere, bisogna saper cogliere la novità assoluta di ogni istante". L'Uccello di Fuoco è la "novità assoluta" che riguarda Principe Ivan, quella parte di noi stessi che in quanto nuova e sconosciuta ci spaventa proprio per l'incapacità di gestirla. Durante il pas de deux Ivan non riesce a percepirne la presenza, finché l'Uccello di Fuoco sostenendolo con la sua positività porta Ivan a lasciarsi andare al punto che insieme "costruiscono" un gioco, grazie al quale le guardie rimarranno all'oscuro di quanto accaduto.

Vassilissa, la Principessa: non ha un autore proprio in quanto é legata per volontà ad Ivan, e per costrizione a Kaschej. Si esprime attraverso la musica di Kaschej, ascoltandola, e di Ivan vivendola attraverso il "sentire" interiore del suo innamorato. Il tema coreografico più importante per Vassilissa è il legame: le mani unite tra loro, gli incroci con le braccia, i polsi sovrapposti. Meno incisiva, rispetto ad Ivan, ma pur sempre presente, la contaminazione provocata dalle guardie e subita ormai inconsapevolmente. Durante la sua variazione (su "Lacrimosa" di Mozart) Vassilissa cerca di compiere movimenti che vadano contro la musica, musica che non le appartiene e che più di ogni altro elemento simboleggia il legame con Kaschej che vorrebbe spezzare a volte con violenza a volte con delicata comprensione. La "prigionia” ha comunque cambiato la principessa, tanto che lei è riuscita a trovare in se stessa quella forza positiva che per Ivan é rappresentata dall'Uccello di Fuoco. Questo concetto viene espresso durante la variazione, Vassilissa esegue con molta violenza alcuni passi-tema utilizzando elementi di tecnica classica che molto si avvicinano all'esecuzione di un danzatore uomo, proprio per la sua forza interiore. Il tema della prigionia si esplicita con linee incrociate e linee verticali (le sbarre, i recinti) oltre che in coreografia anche nell’aspetto costumistico e scenografico.

Le Guardie di Kaschej: essendo un'estensione di Kaschej hanno gli stessi temi musicali, egli servendosi di loro come di oggetti arriva a condizionare tutti i personaggi come un virus endemico, i personaggi risultano contaminati nel movimento. Durante la coreografia che apre lo spettacolo troviamo subito una serie di elementi che definiscono questi personaggi: come Kaschej hanno a disposizione una quantità di tempo infinita, sono il passato simboleggiato dall'immagine della ghirlanda dell'uva ricca di linee classiche anche un po’ desuete, sono il presente (il loro 1910) definito come per il principe da linee legate alla storia della danza del periodo ed infine sono il futuro (cioè il nostro presente) rappresentato da repentine cadute sul pavimento e dalla provocazione tipiche di molta danza a noi contemporanea; il tutto fuso in una folle mistura priva di umana logica. Sempre durante la parte iniziale le Guardie risultano prive di singole identità, ne possiedono una soltanto se agiscono il gruppo. Sono una sorta di umanoidi programmati per diverse funzioni, alcune delle quali possono sembrare umane: in questo le azioni vengono compiute ed immediatamente negate (es. mangiano). In altri casi il loro é un comportamento tipico delle macchine (es. camminano privi di articolazioni). Tutte queste caratteristiche contrastanti insieme determinano il loro comportamento che poi rappresenta il non senso di una totale ed inconsapevole negatività del mondo di Kaschej In alcuni casi però alcuni personaggi risultano dominanti sul loro "volere-programmato", tanto che le guardie si trovano ad agire sui temi musicali di quest'ultimi. La situazione più importante, dove ciò è riscontrabile, è durante l'incubo nel quale Ivan vede la principessa triplicarsi, in questo punto dello spettacolo le Guardie diventano la diretta causa che porta Ivan al completo assorbimento dell'Uccello di Fuoco. Grazie a questo percorso psicologico il principe coreograficamente schiaccerà le Guardie utilizzando la contaminazione in proprio favore, durante l'incubo anche il tema coreografico del legame diventerà un'arma contro questi personaggi.

Carlina, la Nutrice del Principe Ivan: il suo musicista è Jules Massenet (1842-1912) , il suo brano è tratto da "Cigale" scritto nel 1904. Si tratta di un balletto minore ispirato alla famosa fiaba di La Fontaine "La cicala e la formica", rappresentato solo cinque volte di cui esistono notizie incerte. Massenet all'inizio del secolo era già vecchio di conseguenza, come Carlina, è un personaggio legato alla tradizione ed al passato. Questo è un brano musicale dove coesistono tradizione (Es. il tempo di valzer) e sperimentalismo (Es. la chiusura delle frasi musicali è costituita da accenti molto secchi, quasi stridenti), anche se quest'ultimo è presente in forma minore, soprattutto se si considera la totalità di "Cigale". Carlina esprime tutta la sua positività anche attraverso questo brano, durante il quale danza con le Guardie. Il contatto diretto con questi personaggi accelera la contaminazione di Carlina, anche se in forma minore, e proprio mentre danza si trova di fronte all'immortalità intrinseca dei suoi partners. Quest'ultimo tema coreografico è espresso con la presenza di passi base di danze appartenenti a diversi periodi storici: il valzer è il passato, il flamenco è il presente (non dimentichiamo che siamo nel 1910), ed il mambo è il futuro.